Elenco materie

La scenografia raccoglie un bagaglio di conoscenze disparate ed eterogenee, che si sono formate ed accumulate insieme all’evoluzione delle forme dello spettacolo e dei luoghi della rappresentazione. Il corso si prefigge di rendere conto di questa evoluzione e di collocare, anche storicamente, i vari strumenti e le conoscenze proprie della professione, prendendo spunto da Luciano Damiani e dalla sua posizione per l’emancipazione dello scenografo da “pittore-bozzettista” a “collaboratore attivo partecipe” di tutto il processo della messa in scena. La prima parte, come introduzione, si occuperà del ruolo e delle conoscenze tradizionali scenografo-bozzettista per arrivare alla figura odierna di scenografo (in continua definizione).

 

Soggetto di questa parte sarà:

– la scena dipinta

– la restituzione prospettica del bozzetto

– la suddivisione della scena dipinta nei vari elementi

– la nomenclatura della scenografia e del palcoscenico

 

L’esempio da cui partire sarà l’analisi delle scene dell’allestimento “La vestale” di Gaspare Spontini, Firenze 1933, con le scene di Felice Casorati, scenografo realizzatore Bruno Mello. Questo per sottolineare i cambiamenti intercorsi nel tempo, mantenendo aperto il dialogo con il passato, e mettere in relazione il lavoro dello scenografo e la realizzazione della scena con l’evoluzione non solo tecnica ma anche organizzativa del teatro e delle figure artistiche coinvolte. Sempre con questo scopo sarà interessante aprire una parentesi sulle “Disposizioni sceniche” di Giuseppe Verdi, vero e proprio libretto di istruzioni per la messa in scena delle sue opere, ricco di informazioni essenziali per una ripresa consapevole delle opere stesse, ma ancor più per avere uno spaccato sull’organizzazione di un allestimento nell’Ottocento, prima che si affermino figure come quella del regista. Dopo questa collocazione storica del ruolo dello scenografo e dello scenotecnico, si passerà a descrivere la morfologia del teatro, inteso come macchina scenica e del teatro inteso come istituzione ed organizzazione ossia come luogo di lavoro:

 

TEATRO COME MACCHINA SCENICA

Descrizione e morfologia del teatro (palcoscenico ed auditorio), differenti tipologie architettoniche e la loro evoluzione, caratteristiche e nomenclatura

Funzionamento tecnico di un palcoscenico dalla meccanica inferiore e superiore alle attrezzature e macchinerie teatrali

 

TEATRO COME ISTITUZIONE ED ORGANIZZAZIONE

Organigramma di un teatro

Riferimenti normativi e contrattuali

La produzione e la direzione degli allestimenti

L’allestimento scenico

Seguirà la parte più propriamente progettuale

 

DEFINIZIONE DEL PROGETTO SCENOGRAFICO

Analisi del testo

Ricerca iconografica

Note di regia e drammaturgia

Definizione dello spazio in cui inserire il progetto

Prima ideazione del progetto attraverso bozzetti e modelli di studio

Verifiche preliminari della coerenza del progetto dal punto di vista drammaturgico e dell’azione scenica

Definizione ulteriore del progetto e presentazione

Realizzazione di modelli e bozzetti definitivi bauprobe e campionatura materiali

Il progetto esecutivo con lo sviluppo di disegni tecnici dei singoli elementi di scena

I dettagli esecutivi e le specifiche dei materiali scelti

Il capitolato: descrizione della scena

 

IL CONTROLLO DEL PROGETTO

La verifica della coerenza del progetto tra le sue parti con alcune verifiche empiriche prima della realizzazione (prove campioni – bauprobe).

Valutazione dei rischi dei singoli allestimenti.

Una parte del progetto, che scorre parallelamente alla sua definizione è quella della valutazione dei rischi dell’allestimento: la scelta di materiali idonei per reazione al fuoco, controllo sulle strutture praticabili e sui carichi sospesi previsti nel progetto, le interferenze tra le varie lavorazioni sul palcoscenico, il rispetto di tutte le normative di sicurezza durante la fase di allestimento e di messinscena.

È da tenere presente che la successione delle fasi qui delineata è logica, ma non temporale; nel processo di approfondimento del progetto dalla fase inziale a quella successiva ed esecutiva, i vari elementi di verifica sono sempre presenti.

 

METODOLOGIA FORMATIVA

Gli argomenti del corso saranno affrontati con l’ausilio di materiale tecnico specifico di supporto, ed attraverso l’analisi di singoli esempi di spettacoli, mediante bozzetti ed altro materiale artistico, maquettes, materiali tecnici eterogenei, campioni, disegni esecutivi, schede tecniche, fotografie di scena. Saranno eseguiti sopralluoghi a teatri e laboratori di scenografia, con la possibilità di verificare lo stato di un allestimento dalla progettazione al montaggio in palcoscenico, alle prove.

 

BIBLIOGRAFIA

John Burton “Scenery: Draughting and Construction” edizioni A&C Black London

Franco Mancini “L’ evoluzione dello spazio scenico” edizioni Dedalo

A. G. Bragaglia “Del teatro teatrale ossia del teatro” edizioni Tiber 1929

Mimma Gallina “Organizzare Teatro”, edizioni Franco Angeli

Bruno Mello “Trattato di scenotecnica”, De Agostini, Novara

Roberto Alonge “Scene perturbanti e rimosse” ed La nuova Italia Scientifica

Gino Copelli “Manuale pratico di scenotecnica”, Patron Editore

F. Quadri, a cura di “L. Damiani alla scala”, edizioni Amici della Scala

“Disposizioni sceniche”, edizioni Ricordi: 1863 “La forza del destino” opera del Maestro Giuseppe Verdi, libretto di F. M. Piave, ordinazioni e disposizione scenica

Fabrizio Cruciani “Lo spazio scenico”, edizioni Laterza singole monografie su autori vari per illustrare singoli casi di studio

 

MATERIALE DIDATTICO DI SUPPORTO

Sono previste dispense a cura del docente, di tipo monografico su singoli allestimenti.

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