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Estetica
I
S
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Tecniche dei procedimenti a stampa
Tecniche del marmo e delle pietre dure
Tecniche dell’incisione – Grafica d’arte
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Tecniche e tecnologie delle arti visive
Tecniche per la scultura
Tecniche plastiche contemporanee
Tecnologia e materiali applicati alla scenografia
Teoria e analisi del cinema e dell’audiovisivo
Con quante posture possiamo vedere la stessa cosa? Quante definizioni possiamo dare del “bello”? In quanti modi possiamo fidarci o non fidarci dell’apparenza? La tradizione estetica occidentale ha come ogni altra una fisionomia specifica e angolazioni intentate, punti ciechi che risalgono ai suoi fondamenti più intimi e che sono proprio per questo anche i meno apparenti. Vederli – come ha mostrato il filosofo francese Francois Jullien – richiede un lavoro di de-coincidenza e di scarto che non può limitarsi a una decostruzione categoriale svolta dall’interno, ma deve necessariamente passare attraverso il confronto con tradizioni e culture altre. Soltanto nel dialogo e nella traduzione l’estetica occidentale può riconoscere la peculiarità della propria prospettiva e del proprio paesaggio, e far emergere fino in fondo, assieme a ciò che la qualifica, anche i propri presupposti.
Di qui il tentativo di questo corso che segue la traccia dell’interculturalità in una duplice direzione: prima, osservando come Hegel racconta da occidentale la vicenda dell’estetico, e in particolare il ruolo che in essa fa svolgere all’arte del mondo arabo-islamico; poi, guardando questa arte dall’interno, nella specificità del suo linguaggio e della sua estetica. L’intenzione è quella di mettere a fuoco non solo e non tanto i margini del fraintendimento hegeliano, ma anche e soprattutto quella differenza estetica di cui essi, a monte, sono significativi.