Roma 1963, vive e lavora a Roma.

Inizia ad esporre nel ’91 e nel ’92 partecipa alla rassegna Giovani artisti al Palazzo delle Esposizioni di Roma, luogo in cui sarà presente anche nel ’96 e nel 2008, nella XII e XV Quadriennale.
Sono del ’94 le personali da Alfonso Artiaco ed alla Nuova Pesa e nel ’97 all’Attico di Fabio Sargentini.
Nel ’96 partecipa e vince il premio Modernità-Progetto 2000, Palazzo Bricherasio, Torino.
Nel 2000 è nella mostra Futurama al Museo Pecci di Prato. Nel 2011 è invitato alla Biennale di Venezia nel Padiglione Italia. Seguiranno mostre personali e collettive sia pubbliche che private in Italia ed all’estero (Parigi, Londra, New York, Calcutta, Cairo, Córdoba, Pechino, Fenghuang County). Il suo lavoro è presente in molteplici collezioni private e pubbliche, una sua opera appartiene alla Collezione d’arte Farnesina Experimenta, di proprietà del Ministero degli Esteri italiano.

 

“Marco Colazzo ha sviluppato con efficacia un’idea di pittura vista come un flusso liquido che lega la memoria e l’astrazione, le suggestioni naturalistiche e una segreta dimensione concettuale. Colazzo, dopo avere per anni fuso elementi iconici e aniconici, ha raggiunto da tempo una sintesi formale e stilistica in cui la stesura pittorica, nella sua apparente rapidità, si fonda su un meditato e raffinato elemento mentale di “sprezzatura” esecutiva. La pittura di Colazzo sorge infatti da una gestualità in cui il pensiero sembra raggiungere l’inconscio, in una dimensione sospesa tra velocità e lentezza, trovando una densità e una stratificazione profonde e dilatate nel tempo, pensate e realizzate come se il pennello scavasse negli stagni della memoria e scoprisse paesaggi fatti di evocazioni liquide, tra lampi di luce e forme che serpeggiano parafrasando immaginari mondi animali e vegetali. Colazzo ricompone così le forme luminose di questo paesaggio archetipico, la crescita misteriosa di una natura trasfigurata attraverso lo sguardo e la mano del pittore che affronta la materia fluida del colore per creare il suo eden di vegetazioni immaginarie, la sua parafrasi di un mondo primigenio dove le albe e i tramonti si susseguono al di là del tempo.

(Lorenzo Canova)

 

Instagram

marcocolazzoarchivio
colazzomarco

 

 

×