25.11.2024

Un filosofo non solo importante ma anche interessante (i due aspetti non concordano sempre) come Byung-Chul Han sostiene, in uno dei suoi migliori saggi, La scomparsa dei riti (2021), che “i riti creano una comunità della risonanza, capace di armonia, di un ritmo comune. (…) L’odierna crisi della comunità è una crisi della risonanza: la comunicazione digitale è costituita da camere di riverbero nelle quali si sente soprattutto la propria voce. (…)

I like, i friend e i follower non preparano alcun terreno risonante, rafforzano solo l’eco di sé”. Viviamo in una società sempre più priva di risonanza e colma di autorisonanza, cioè di echi di sé, incapaci di “ritmo comune”. Da qui la creazione di tante ‘giornate mondiali’, ossia l’introduzione di nuovi riti che sono ritmi comuni restitutori di legami di risonanza: celebrazioni profonde e compattanti, energie di comunità. Quelle di cui abbiamo più bisogno, e che ogni celebrazione di giornata internazionale intitolata a … onora, evocando la presenza e l’assenza delle stesse. Allo stesso modo anche l’intitolazione di una giornata mondiale contro la violenza maschile esplicata sulla donna come tipica violenza narcisistica che si oppone a qualsiasi esperienza risonante. Quell’esperienza cioè che può crearsi fra esseri nella verità di sentimenti che non rappresentano solo il riverbero narcisistico di sé stessi o la cupidigia traboccante dell’egemonia sull’‘altro’.

L’‘altro’ è una categoria senza genere. Altro è una persona. Per questo la crescente e imperversante violenza sulle donne non consiste semplicemente in un tipo di violenza binaria e di genere. Ma è parte di una violenza più generale, assordante, di cui il nostro immaginario attuale, incapace di armonia, è pervaso. Non resta che curare tale violenza interattiva contro tutto e contro tutti per curare anche il fenomeno disperato di questa violenza in particolare. Personalmente suggerisco di rimeditare, come sempre, la parola di un poeta che recita così: “Verità sta nella tenerezza”. È quasi una massima orientale ma molto giusta. Che cosa significa esattamente “tenerezza”? Forse è opportuno ricordare che nell’etimo della parola risuona l’espressione latina teneritia, mediante la quale si suole intendere il senso dell’andare oltre, del non bloccarsi alle apparenze. Ma un tale movimento, spiazzante, verso l’‘oltre’, non è anche ciò che struttura ogni amore come “terreno di risonanza”? In quanto autentico e vero rispetto, anti-narcisistico, per la persona altrui, il genere altrui?

 

Luca Cesari

 

 

25 novembre 2024. Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.

 

 

Nell'immagine di copertina: La metamorfosi di Narciso, 1937, Salvador Dalì

 

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