Gastone Mosci era Urbino – il ricordo del Direttore
Esistono uomini che sono le loro città, il loro luogo. Lo diceva Wallace Stevens ma potremmo tranquillamente constatarlo da noi stessi senza fare ricorso al nome del grande poeta statunitense. Gastone Mosci, scomparso pochi giorni fa, non era nato urbinate ma era Urbino. Come Carlo Bo non era urbinate ma era Urbino. Come Giuseppe (Pino) Paioni, come Giorgio Cerboni Baiardi, figure di un umanesimo urbinate novecentesco scomparso in un rapido volgere di anni. Gastone Mosci era rimasto l’ultimo baluardo di questa cerchia, forse non l’ultimissimo ma proprio uno degli ultimi. Umano, umanissimo, nei gesti, nei modi, nella civiltà del sorriso che sarebbe una cultura tutta da rimparare nei nostri giorni. Gastone abitava qui d’appresso l’Accademia di Belle Arti, in Via del Popolo, insieme alla moglie Maria Grazia Sassi anch’essa personalità di vaglia dell’Ateneo montefeltresco. Ci incontravamo sovente, con Gastone, con la Signora (Grazietta), abbastanza di buon mattino all’arrivo dal mio Montefeltro nel Montefeltro di Urbino. Ed era una gioia vederlo aprirsi umanamente, come ho detto, in un sorriso che valeva quanto l’abbraccio ma precludeva l’uso delle braccia perché saldamente aggrappate al bastone.
Mi soffermo solo su questi aspetti che toccano più direttamente l’animo perché altro discorso richiederebbe rievocare la figura calata nella cultura universitaria, nel suo preciso momento storico, che è stato quello che ho detto. La personalità cioè nel suo gesto perpetuo di cultura, di gentilezza, di sapienza, di religione verso gli altri e verso il mondo. Mille fili umani e umanistici legavano Gastone Mosci agli scrittori, agli intellettuali, agli artisti che riconosciamo per frequente e giustificato ricorso alla terra e al patrimonio di Urbino. Due soli nomi: Paolo Volponi e Tonino Guerra. Quanto al mio attuale ruolo di direttore dell’Accademia di Belle Arti, desidero sottolineare che Gastone è stato un grande e fedele amico dell’Accademia, dei suoi artisti e professori: vuoi anche per quella sollecitudine specialissima che lo animava verso i linguaggi della poesia e della grafica d’arte, verso le relazioni tra poesia e pittura anche minime. Questo premeva soprattutto ricordare della splendida e generosa persona che è stata e che resta nel ricordo, Gastone Mosci: esegeta memore di ogni valore che conti testimoniare in una critica precisa e viva delle lettere e delle arti.
Luca Cesari