CRONACHE DAL BASSO FUTURO
A cura di Simone Berti
Da sabato 12 aprile a domenica 4 maggio 2025
Spazio TORRSO - Spazio per le arti visive - Pesaro, via Spada, 28 (angolo via Diaz)
su appuntamento 3491021902
Una mostra degli studenti del Triennio del Corso di Pittura
Chiara Badiali, Aaron Bonci, Marika Daniele, Pietro De Angelis, Alessandra Di Giuseppe, Marta Tsehaynesh De Cicco, Matteo Laidelli, Elisa Lazzarini, Dalila Liguori, Leonardo Nardi, Emily Oberschmied, Zeinab M’Barek, Giorgia Messina, Enrico Pagnini, Emanuele Palmieri, Antonio Virtù.
"La mostra che state per vedere non esiste… ancora.
Quello che vedete è in realtà una proiezione del futuro.
Mera materia che occasionalmente ha assunto la forma di contenuti ancora di là da venire.
Da appassionato di fantascienza ma poco avvezzo alla divinazione, mi sento in questa situazione un reporter da predizioni un tanto al chilo, a dispetto del ben più autorevole Bruce Starling citato dal titolo.
Eppure se si tratta di artisti, ancora meglio se giovani, questo esercizio mi sembra necessario.
L’arte, la buona arte, e questa a me dà l'impressione di essere buona, appoggia il proprio farsi sulla permanenza, sul passato, analizza il presente e, attraverso l'emergere di sguardi nuovi, ci parla del futuro.
Gli artisti sono dei veggenti, anche se inconsapevoli. In barba alle inferenze logiche degli analisti, come antenne catturano onde dal futuro e le trasformano in responsi sibillini.
Noi qui entriamo in un tunnel spazio temporale e osserviamo le visioni di giovani artisti che vivono nel loro tempo ed esprimono, lanciano, proiettano pensieri e concetti oltre “l’adesso”.
Un gioco di luci al piano seminterrato, fa da innesco a queste visioni, è sempre importante rivolgere l'attenzione alle nuove generazioni, ed è come illuminare futuri possibili tra le nebbie dell’ignoto.
Questi giovanissimi artisti e i loro compagni, non meno significativi seppure, per motivi di spazio e tempistiche, non presenti qui, sono coloro che daranno l’impronta, grande o modesta che sia, ognuno nel suo piccolo, all’arte del futuro e a tutto ciò che ad essa è collegato. In primis la forma mentis dell’essere umano nuovo che calcherà la terra tra cent’anni.
Questo concetto vale anche per chi di loro poi andrà ad occuparsi di tutt’altro. Le sensibilità nuove che possono scaturire da una formazione umanistica e, nello specifico, artistica, si riverberano poi in molti modi, a raggiera, attraverso strade indirette, nella vita di tutti i giorni.
Date le premesse, non stiamo dunque guardando una mostra con delle opere d’arte, stiamo osservando il futuro di chi le ha create".
Simone Berti