In una foresta di_segni (titolo provvisorio)
(presentazione e appunti per uno spettacolo)
Per le giovani generazioni è dettata la necessità di ridefinire i confini di società, senza avere coordinate spaziali e temporali. Pochi gli strumenti che abbiamo: la città, il corpo e la mente. Obiettivo è ridefinire i canoni delle proporzioni attraverso queste tre entità.
E questo succede se il tempo stesso è una malattia.
Attraverso il teatro, luogo dove si vedono le parole, si vuole provare ad esplorare la dimensione di queste domande.
Punto di partenza e di approdo del progetto: la città. Luogo fisico per eccellenza.
Una città è definita: da un contesto geografico, storico, dalla forma e struttura che si è data, da come risponde a bisogni ed esigenze produttive, da come esercita il presidio politico e militare, dal limite del confine della sua estensione.
Una città è un qualcosa di solido, abitato, attraversato e subito da: cittadini stanziali, viaggiatori, transiti fugaci e flussi migratori, visitatori distratti.
La città registra e talvolta conserva, stratifica, modifica e cancella, o ignora il loro passaggio.
Due anni prima del crollo del muro di Berlino Wenders, appena tornato dall'America, attraversa la città angelicamente armato da poesie di Rainer Maria Rilke, dalla drammaturgia di Peter Handke, e con la suggestiva fotografia di un pioniere del cinema: Henri Alekan. Trentatré anni sono passati e ora quel film è: una profezia in bianco e nero.
La trama del film custodisce, segreta, un documentario che sembra esporre chiaramente un'ipotesi: la città è un flusso di pensieri. Un set di segni dell'architettura più la grafia irregolare degli appunti è il cuore pulsante di questo progetto.
Il disegno di questa proposta è stato discusso con gli studenti e si propone di guardare il cielo sopra questo intreccio. Il risultato di questo lavoro, ammesso che la ricerca approdi a un risultato visibile, dovrebbe essere ospitato con forma da definire presso la prossima edizione di TeatrOltre.
Mi si perdoni l’uso del condizionale dovuto dalla estrema precarietà temporale in cui si impaginano eventi e manifestazioni. In queste condizioni è meglio avventurarsi in una assoluta e spericolata ricerca piuttosto che inseguire il solito.
Ardentemente desidera essere uno schizzo/esperimento tra presenza, compresenza e distanza.
La ricerca, lo studio precedono la formalizzazione di un progetto.
Le idee sono meteoriti che entrano nell'atmosfera.
Non ci manca la curiosità, il desiderio e la tenacia di cercare i contributi che risulteranno essenziali o semplicemente utili per mettere a fuoco, e per collegare tutti i punti di questo disegno complesso.