Workshop CONNECT. - IMMAGINE
con Clio Casadei
Identità ossia perfetta uguaglianza tra elementi; etimologicamente, qualcosa è quella cosa, e l’identificazione è il processo attraverso il quale l’umano caratterizza e circoscrive il proprio essere in quanto persona. Ci si può identificare con il proprio lavoro, con le proprie emozioni, con il ruolo che si svolge all’interno del contesto sociale in cui si esiste.
Ci si può identificare con un’idea o con un’ideologia, tutte immagini. E ogni identificazione fa emergere una immagine di sé che diventa strumento di relazione. E che può essere integrata da altre immagini che la cultura di appartenenza fornisce senza tuttavia frammentarla, ma al contrario, rafforzandone l’unità. La comunicazione visiva declinata nelle pratiche della moda, della cosmetica, della chirurgia riparativa ed estetica, modella l’apparenza dei corpi e l’identità di chi si identifica con il proprio. La comunicazione sonora, manifestandosi attraverso i generi musicali, offre immaginari per l’identificazione attitudinale di chi si riconosce in certi suoni anziché altri. Ma le “immagini” non sono mai di sola pertinenza dei sensi. Sono sempre, anche, concetti che radicano la percezione che soggetti o comunità hanno di sé. Si pensi all’identità nazionale, religiosa o etnica; immagini fatte di immagini. L’identificarsi coesiste alla volontà di coincidere e di manifestarsi alla mente e ai sensi, in un certo modo. L’identità è uno stato che si vive; la si può percepire come temporanea o permanente; può radicare in poche immagini o in una moltitudine, e fluire; o essere stabile, a volte statica, a volte è l’immagine di una gabbia. Si vede l’identità propria quando ci si accorge dei suoi limiti, attraverso lo sguardo di chi ci scruta con altri occhi. O facendosi osservatori e osservatrici dinanzi al varco che si apre quando si avverte di essere “altro” rispetto a ciò che si è creduto e si deve far fronte ad un “cambio di immagine”. L’identificarsi sembra essere, in alcune fasi della vita, un processo inevitabile. Semplicemente avviene in funzione del bisogno di appartenere. E proprio per questo necessita di diventare un processo consapevole, osservabile a chi lo incarna.
Il laboratorio ruota attorno alla pratica dell’auto-identificazione, un processo che consiste nel consapevolizzare l’atto di identificazione scegliendo attraverso quali immagini identificarsi e da quali immagini dis-identificarsi.
Clio Casadei è progettista e formatrice specializzata in comunicazione visiva e arti. Laureata all’Università di Architettura di Venezia con una formazione in Gestalt counseling, per quattordici anni si è dedicata alla progettazione intermediale, maturando una profonda conoscenza in materia di cultura visuale e strategie di rappresentazione. Dal 2015 si interessa di comunicazione dell’esperienza, con particolare attenzione al ruolo che le culture di settore hanno nel plasmare il discorso soggettivo. L’interesse verso il rapporto di interdipendenza che lega i viventi al proprio ambiente, influenzandone espressività, creatività e sviluppo, l’ha condotta a orientare la propria ricerca verso pratiche comunicative incentrate sulla consapevolezza relazionale e a sviluppare un approccio integrato allo studio della comunicazione.
14:30 - 17:30 AULA MAGNA
9:00 - 13:00 - AULA 4 PALAZZO ODASI
organizzato dalla prof.ssa Federica Landi