L'Accademia di Belle Arti di Urbino è lieta di annunciare l'evento conclusivo e condiviso del workshop “CANTIERI SCHRAMM”, svoltosi dal 16 al 19 aprile, con l’artista tedesco Felix Schramm, curato dalla professoressa Roberta Baldaro.
L'inaugurazione della mostra finale è prevista per venerdì 19 aprile alle 16.30 a Palazzo Odasi.
"Cantieri" è stato frutto della stretta collaborazione dell'artista con studenti e studentesse dell'ABAU.
Felix Schramm, artista visivo, nato ad Amburgo, vive e lavora a Düsseldorf.
Dopo aver studiato scultura all'Accademia di Belle Arti di Firenze in Italia e alla Kunstakademie di Düsseldorf con Jannis Kounellis (nel 1997 miglior allievo di Kounellis) e Walther Nikkels, sono seguiti soggiorni di studio all'estero a Tokyo e a Villa Massimo a Roma. Numerose mostre personali tra l’altro allo SFMOMA, all'Hamburger Bahnhof di
Berlino, a New York e Monaco di Baviera. Mostre collettive anche a L.A. e St. Gallen, Palais de Tokyo (Paris 2009), Fondazione Volume 2016. Borsa di studio del DAAD per Tokyo (2000).
Realizza installazioni percorribili con lastre frantumate di cartongesso, vernice, legno e oggetti riciclati. I suoi lavori sono presenti in numerose collezioni come lo SFMOMA e la Hurt Collection. Impegnarsi con le relazioni tra spazio e corpo ha portato ad approcci diversi nel lavoro scultoreo di Felix Schramm. L'artista lavora per gruppi di opere, che organizza sistematicamente attraverso un'allocazione concettuale. Le sue installazioni irrompono nello spazio preesistente e stabiliscono assi visivi lungo le loro superfici e bordi, che diventano visibili solo attraverso l’inserimento degli elementi. Lo spazio espositivo diventa lo spazio visivo.
Felix Schramm di solito lavora con materiali prodotti industrialmente, tuttavia, questi appaiono come escrescenze organiche nei suoi processi di formazione dello spazio. Nelle sculture e nelle installazioni di Felix Schramm l'ambiente circostante l'oggetto è visto come parte dello spazio che definisce l'oggetto. Con questo, Schramm produce sistemi formali che traggono la loro struttura dalla dissoluzione dell'ordine (architettonico).