materie - elenco materie triennio - Teoria della percezione e psicologia della forma
Programma
D
I
M
P
S
Scenografia 1
Scenografia 2
Scenografia 3
Scenotecnica
Scultura
Serigrafia
Sistemi interattivi
Sistemi interattivi 1 (v.o.)
Sistemi interattivi 2 (v.o.)
Sound design (v.o.)
Storia del disegno e della grafica d’arte
Storia dell’arte contemporanea
Storia dell’arte contemporanea 2
Storia dell’arte moderna
Storia della musica e del teatro musicale
Storia dello spettacolo
Storia e metodologia della critica d’arte
T
Tecniche del marmo e pietre dure
Tecniche del mosaico
Tecniche dell’incisione – Grafica d’arte
Tecniche della ceramica
Tecniche di animazione digitale
Tecniche di fonderia
Tecniche di modellazione digitale – computer 3D
Tecniche e tecnologie della decorazione
Tecniche e tecnologie per la pittura
Tecniche grafiche speciali
Tecniche grafiche speciali 1
Tecniche grafiche speciali 2
Tecniche per la scultura
Tecniche pittoriche
Teoria della percezione e psicologia della forma
Teoria e metodo dei mass media
Codice classroom a.a. 2023-2024: yqnuyq3
Finalità del corso
L’acquisizione delle conoscenze e delle abilità che l’insegnamento favorisce si riferiscono al mondo della percezione. In particolare, i contenuti proposti relativi alla psicologia della percezione visiva sono metateorie che offrono diverse analogie per rispondere alla domanda: “come facciamo a vedere?”.
Programma del corso
Condividendo l’assunzione che l’atto del vedere è un processo i cui cicli sono caratterizzati dalla relazione ambiente-occhio, occhio-cervello e cervello-ambiente, i temi che il corso desidera affrontare interessano il modo in cui diveniamo consapevoli della nostra esperienza visiva, e pertanto sarà raccontato cosa fa la mente nel percorso del sistema occhio-cervello secondo quattro metateorie principali, che in assenza di una unica teoria generale offrono riflessioni epistemologiche a riguardo. Utilizzando la bibliografia indicata, studieremo: 1. la visione come processo di ragionamento induttivo probabilistico secondo il pensiero di Hermann von Helmholtz di fine Ottocento; 2. La visione come organizzazione spontanea di un campo di forze secondo la psicologia della Gestalt dei primi del Novecento; 3. La visione come forma di sintonizzazione con l’informazione ambiente-occhio secondo l’approccio ecologico di James J. Gibson e Eleanor J. Gibson della prima parte del Novecento; 4. La visione come interfaccia illusoria, secondo una sintesi di aspetti delle metateorie indicate ai punti precedenti operata da Donald D. Hoffman all’inizio del nostro secolo, in cui la percezione genera un’interfaccia ottica tra organismo e ambiente.
Il dialogo tra la cultura scientifica degli studiosi della visione e la cultura umanistica degli studiosi delle arti visive proposto nei testi in programma, trova convergenza di fronte al fatto che gli esseri umani da sempre hanno prodotto immagini e fatto arte. Un’opera d’arte è un luogo di incontro fisico e socio-culturale di due pratiche, quella della produzione e quella della ricezione delle forme in cui l’esperienza visuale del soggetto si fa carico di domande relative alla percezione, alle emozioni, alla memoria e all’immaginazione. Contenuti che possono essere colti nell’osservazione di figure di un dipinto, di un gruppo scultoreo, di un’azione teatrale, di una foto, di un video o di un film, e a proposito di immagini in movimento vedremo come la percezione è strutturata a partire dal sistema motorio e dal meccanismo di rispecchiamento dei neuroni specchio specifico del sistema cervello-corpo dell’essere umano e di alcuni animali (uccelli e primati). Una comprensione diretta di intenzioni motorie che non ha bisogno di essere interpretata dal mezzo linguistico, la cui funzione è stata denominata simulazione incarnata da alcuni studiosi del gruppo di ricerca che ha individuato questi neuroni. Un nuovo modello di percezione intercorporea e intersoggettiva la cui importanza è da annoverare tra le fonti primarie, sia nella comprensione degli altri sia all’interno del mondo della finzione narrativa e cinematografica determinando il coinvolgimento dell’osservatore.
Il corso prevede, inoltre, una parte di lavoro esperienziale che si svolge con il gruppo di studentesse e studenti, per favorire il rapporto tra processi percettivi ed emotivi e meglio definire ed interpretare l’ambiente fisico e sociale umano. Il laboratorio rappresenta un’occasione di crescita educativa, formativa e creativa che aumenta la fiducia nell’individuo aiutando ad essere una persona più consapevole e attiva. Le tecniche di gioco utilizzate nel lavoro con i gruppi forniscono la rappresentazione percettiva di forme e modi di un microcosmo complesso equiparabile alla ricchezza cognitiva, emotiva e comportamentale dell’essere umano.
Bibliografia (testo di riferimento generale obbligatorio)
Bruno N., Introduzione alla psicologia della percezione visiva. Come facciamo a vedere, Il Mulino, Bologna 2021.
Bibliografia (testi a scelta monografica)
Falcinelli R., Figure. Come funzionano le immagini dal Rinascimento a Instagram, Einaudi, Torino 2020.
Gallese V. e Guerra M., Lo schermo empatico. Cinema e neuroscienze, Raffaello Cortina Editore, Milano 2015.
Maffei L. e Fiorentini A., Arte e cervello. (Seconda edizione), Zanichelli, Bologna 2008.
Saranno concordati con l*student* gli argomenti a scelta e gli approfondimenti.
Modalità di esame
La prova di verifica consiste in un colloquio orale su tre libri indicati nella bibliografia del corso (testo obbligatorio e due testi a scelta monografica). Il colloquio desidera valutare le capacità critiche e metodologiche maturate attraverso la frequenza del corso e lo studio dei testi.